In questo momento storico e umano così difficile, ci scopriamo più fragili e preoccupati.

La paura del contagio è entrata nelle nostre case, ma non solo quella: la paura della perdita, il crollo di ogni certezza: il lavoro, gli affetti, la socialità e la scuola. La società ha subito profonde mutazioni e come possiamo non avvertire a livello più profondo questa caducità? Molte persone hanno iniziato a soffrire di insonnia, ad avere il “respiro corto” ad avere un senso di oppressione nello stare dentro casa, ma al tempo stesso a provare una forte angoscia all’idea di uscire di casa, di salutare gli amici e di scambiare due chiacchiere per strada .

Ora pervade la paura di riabbracciare i propri familiari, amici, con la retorica domanda: e se ci contagiamo? Se è positivo e non lo sa? Andiamo a l supermercato con la paura della fila, sospettosi di tutti, il mio vicino è diventato un nemico, un possibile contagiato. Che paura, come è stato possibile tutto ciò? Ma la vera domanda che mi pongo è: quali paure più profonde che ci appartenevano, stanno emergendo in questa situazione?

E’ stato scoperchiato il vaso di Pandora: le coppie sono costrette dentro in casa a condividere gli spazi e gli umori senza via di fuga, gli adolescenti si sentono in trappola e vorrebbero ribellarsi e bambini anche si arrabbiano e non sanno bene perchè … Le emozioni non ci tradiscono, ma le azioni della vita di tutti i giorni possono farlo. in questa lunga quarantena ci siamo confrontati con le nostre sensazioni e le fantasie più profonde che prima annientavamo con la quotidianità, con il lavoro, gli appuntamenti, la palestra, la commissione, gli amici tra aperitivi e ristoranti…. fughe da cosa?

Naturalmente non solo fughe, ma anche tanta sana socialità e vitalità; ma non siamo stati mai obbligati a stare con noi stessi, e così sono emerse le inquietudini e le risorse. Sono nati nuovi modi di stare in famiglia, nuovi ritmi delle coppie e siamo profondamente spaventati da come siamo stati travolti da tutto ciò che ci occupava la mente e il cuore, trascurando la nostra casa, i nostri spazi profondi e i nostri affetti. Vorrei quindi sottolineare, che oltre ad aver portato tanta angoscia e timore, questa quarantena ha consentito di riscoprire, laddove era possibile, un’immersione nella nostra anima e nel nostro modo di stare al mondo.

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